Storie di Remo, l’Incredibile George
QUINTA PUNTATA
L’indomani era domenica e , non avendo impegni scolastici ,i convittori trascorrevano la giornata tra il tempo libero di prima mattinata,la Messa delle 11 ,la sala studio e la visita parenti che avveniva alle 5 ,dopo il canonico riposino del pomeriggio (silenzio e oscuramento delle camerate tra le 2 ,30 e le 4,30)
Ma per Ciro Maggiore non era la solita domenica ,perché aveva un incontro “particolare”con Lola, la nipote di Rachele,la cuoca del convitto.
Si sarebbero visti dietro la magnolia gigante ,dopo che i ragazzi sarebbero saliti nelle camerate.
Il giovane era visibilmente emozionato , per quel suo primo incontro in completa intimità con una donna,per giunta più grande di lui.
Ne parlava con il suo amico George, mostrandosi entusiasta ed insieme impaziente di entrare in azione.
In realtà si era fatto strada nei suoi pensieri quel velo di timore che coglie ogni principiante alla sua “prima esperienza”.
Per caricarsi di buone aspettative,Ciro immaginava Lola nuda tra le sue braccia ,intento a ricoprirla di baci voluttuosi su tutto il corpo ed in particolare nelle parti intime.
Trascorse la mattinata insieme a George ,vagheggiando una donna che godeva delle sue carezze ,smaniosa di essere riempita dal suo membro inferocito.
Immaginava che le sue appassionate effusioni fossero capaci di suscitare in lei quel furore uterino che ,nel suo immaginario , gli faceva ribollire il sangue.
Quando giunse il momento di recarsi all’appuntamento ,Ciro
diede il “cinque”all’amico e si avviò verso l’avventura.
George ,dal conto suo ,mentre lo guardava allontanarsi verso il giardino ,pensava che l’indomani sarebbe toccata a lui scoprire quell’aspetto della vita che lo intrigava tanto.
Nel frattempo
Maggiore era arrivato sul posto dell’attesa e teneva d’occhio ,tra i rami profumati della magnolia, l’uscio della cucina.
Passò’ un po’ di tempo, in cui l’ansia nel ragazzo crebbe lasciando presto il posto all’impazienza..
Un rumore proveniente dal fondo del giardino destò la sua attenzione ,ma era solo il gattone soriano che, uscendo dalla cucina ,aveva sbattuto l’uscio.
Dopo ci fu solo silenzio ; Ciro era immobile e avvertiva tra i capelli la carezza del venticello del primo meriggio.
L’attesa cominciava ad essere snervante ,quando sull’aia prospiciente la cucina comparve Lola.
Sbircio’in giardino verso la magnolia e chiamò Ciro , una prima e poi una seconda volta.
Il giovane fece capolino tra le foglie e venne fuori dall’ombra ;
lei gli fece cenno di seguirla,poi appena le fu dappresso , lo prese per mano e lo tirò in cucina ,chiudendo la porta dall’interno con la spranga.
Lola si era pettinata i capelli legandoli dietro la nuca ; le lunghe ciglia scure contornavano i suoi occhi luminosi ed ai lobi delle orecchie aveva indossati i cerchi d’oro “alla zingara “ , regalo della nonna per i suoi 18 anni.
La vanità femminile aveva vinto sulla ipocrisia e la giovane si era resa gradevole ,preparandosi per quell’incontro che Ciro le aveva imposto.
Non aveva i genitori; erano morti in un incidente di auto quando era ancora piccola.
Nonna Rachele l’aveva tirata su facendole da mamma e portandosela sempre dietro.Gia’da bambina Lola aveva mostrato una spiccata vivacità e propensione al rapporto spregiudicato con i maschi.
Per questo litigava spesso con la nonna ; non voleva né che si truccasse il viso ,né che indossasse le minigonne perché evidenziavano i suoi fianchi voluttuosi.
Quando i due furono in cucina ,Lola lanciò un’occhiata a Ciro e reclinando il capo in modo civettuolo ,gli disse:
“Vieni sediamoci sulla madia,qui non c’è di meglio”
Così dicendo prese una coperta in un cassetto e piegandola in due la stese sulla madia di castagno, in modo che la seduta fosse più soffice.
Guardo’ancora il ragazzo rimasto in silenzio,in piedi davanti a lei e gli chiese:
“Che dici,ci sediamo, oppure hai cambiato idea e sei venuto qui per altro?”
I ruoli sembravano capovolti : lei impaziente di entrare in contatto con lui che invece appariva timido e ritroso.
Solo la sera prima,in quello stesso luogo Lola aveva il capo chino e subiva timorosamente l’atteggiamento di Ciro che dettava le condizioni del silenzio suo e di George;
sembrava come se l’esuberanza femminile di Lola stesse prevalendo, dominando la scena .
Ciro si avvicinò e si sedette accanto a lei e mentre la guardava sussurrò:
“No non ho cambiato idea, anzi sono rimasto a guardarti perché ti ho sempre vista dalla ruota e così ,tutta intera. sei più bella.”
“Ma va’!”
rispose lei ,snobbando il complimento.
La madia era appoggiata al muro ed era collocata proprio nell’angolo dello stanzone e Lola si sedette proprio appoggiando le spalle in quello spigolo .
Poi sollevò le gambe e le distese sulla panca.
“Ed io dove mi metto ?”
ammicco’il ragazzo ,visto che di spazio non ne era rimasto molto.
Lei sorridendo rannicchiò le gambe allacciando con le mani le caviglie.
In quella posizione la gonna corta le sali sotto i seni e le sue forme apparvero sensuali e provocanti, lasciando intravedere sotto le cosce le mutandine bianche.Ciro si sedette e lei distese le sue gambe su di lui.
Aveva dei sandali leggeri e il giovane, slacciando le cinghiette ,glieli sfilò.
Prese a massaggiarle i piedi ,poi sollevandoli li avvicinò alternativamente alle sue labbra per baciarli delicatamente.
La ragazza sembrava apprezzare questa dolcezza di Ciro che nel sollevarle le gambe aveva infilato lo sguardo malizioso sotto le gonne di lei.
Poi le sue carezze scivolarono tra le cosce della ragazza ,fino a giungere nei punti più caldi; contemporaneamente si chinò verso di lei ,sfiorandole il viso con le labbra e baciandola dolcemente sul collo.
Il bacio “vero”non tardò ad arrivare ,coinvolgendo i due ragazzi in un abbraccio prolungato in cui i sensi di entrambi sembravano ormai ostaggio di una crescente libidine.
Non ci volle molto perché si liberassero degli indumenti, fino a restare completamente nudi.
In quel momento era fatale che gli occhi dei due amanti si posassero reciprocamente in quelle zone che si tengono solitamente coperte.
Sono quelli i frangenti in cui, in particolare l’uomo,è fondamentale che rimanga disteso per continuare con le effusioni preliminari .
Esse
hanno due effetti fondamentali:
Il primo esito positivo riguarda l’attenzione della donna che ,impegnata nelle effusioni, finalmente distoglie lo sguardo dalle parti”in difficoltà”.
Il secondo riguarda l’impegno del maschio nei preliminari ,che lo aiutano nel riscaldamento del “motore”Se ciò non avviene ,per l’uomo cominciano i guai.
Subentra un blocco emotivo che irrigidisce tutto tranne il suo pene;
la libido crolla miseramente e si verifica una insensibilità ad ogni stimolo sessuale.
Gli occhi della donna diventano impietosamente espressivi in una guisa che non lascia scampo.
Tutto questo è quello che accadde al povero Ciro ,che rimase sconsolatamente seduto sulla madia ,con le gambe penzoloni.
A nulla valsero i tentativi di “rianimazione “di Lola che ,abbandonando le vesti della partner sessuale ,indossò quelli materni della consolatrice.
Rimasero fermi ,tra le parole di conforto di Lola e lunghe pause di silenzio ,fino a che la ragazza seduta anche lei con le cosce ciondoloni,
indico’con lo sguardo corrucciato l’orologio da muro della cucina.
Segnava le quattro ; il tempo era volato e tra un po’ sarebbe sceso uno degli istitutori ad aprire il portone principale ,per la visita parenti.Molti di loro,soprattutto quelli che venivano da lontano,arrivavano sempre in anticipo e si trattenevano giù a chiacchierare nella sala di attesa.
Ciro fisso’ Lola ; il suo sguardo era avvilito e le sue parole una supplica:
“Non dire niente a George”,ti prego.
Il ragazzo era passato dal ruolo dí carnefice a quello di vittima e gli occhi di Lola mostravano ,insieme alla commiserazione ,sottili velature di malcelata vendetta.
Si rivestirono in fretta e Ciro attraverso’rapidamente il giardino.
In tutto questo trambusto che ne era stato di George?
Ciro Maggiore ,nel suo zelo organizzativo ,aveva incaricato l’amico di tenere d’occhio i ragazzi di turno alla refezione ,in modo che appena questi terminavano e salivano alle camerate ,egli potesse girare il chiavino nella porta del refettorio e portarsi la chiave con se’ durante il “riposino”
Questo per evitare che qualcuno potesse spiare dalla ruota, proprio come era capitato a loro due ,quando avevano scoperto l’incontro clandestino tra Lola e il prof Demetrio.
In realtà George era andato al grande portone d’ingresso del refettorio,come convenuto con Ciro.
Aveva anche chiuso il varco con il chiavino ,ma una volta data la mandata non aveva resistito alla tentazione di riaprire ed andare alla ruota girevole per sbirciare in cucina e dare un’occhiata.
In pratica la tentazione dell’occhiatina era diventata una visione generale dell’accaduto;dall’inizio alla fine.
Appena CIro era uscito dalla cucina ,George aveva chiuso con il chiavino per raggiungere anch’egli la camerata.
Gli scuri erano chiusi ,con lo stanzone al buio, come da regolamento .
George si distese sul suo lettino e chiuse gli occhi.
Nella sua mente scorrevano in sequenza i fotogrammi di quanto aveva appena visto dalle fessure laterali della ruota di legno.
La nudità di Lola e le sue forme rigogliose lo avevano eccitato non poco ,ma poi era rimasto condizionato dalla “defaiance”di Ciro Maggiore e il timore di esserne anche lui vittima l’indomani lo aveva terrorizzato.
Ma ormai il dado era tratto e tirarsi indietro sarebbe stato peggio di qualsiasi altra cosa.
La sveglia lo scosse da questi pensieri ;doveva riportare giù il chiavino nella toppa della porta del refettorio.
Scese di corsa e passo’davanti alla sala d’attesa.Non c’era ancora nessuno dei parenti e ,mentre risaliva le scale ,aveva davanti agli occhi il suo amico Ciro. Doveva essere riuscito a tornare al suo posto letto e il pensiero di incontrarlo ,dopo quello che aveva visto alla ruota del refettorio, lo rese profondamente triste
Camily Bosch





